La flessibilità: dalla PNL al campo da basket

Richard Bandler, cofondatore della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), ha sempre sottolineato un principio fondamentale: la persona con più flessibilità è quella che domina il sistema. Nelle interazioni tra le persone, l’individuo con maggiore flessibilità e variabilità nei modelli di pensiero e nei comportamenti può influenzare la direzione dell’esito di quell’interazione.
In altre parole, chi sa adattarsi, cambiare prospettiva e rispondere in modo creativo alle sfide, avrà più possibilità di successo rispetto a chi rimane rigido su un’unica modalità di pensiero o di azione.
Lo vediamo nei bambini: spesso riescono a spuntarla sugli adulti perché hanno mille modi diversi di chiedere, insistere, aggirare l’ostacolo.
In cibernetica si chiama legge della varietà indispensabile: all’interno di qualsiasi sistema, che sia una famiglia, un’azienda o la tua persona, l’elemento che possiede maggiore flessibilità (varietà comportamentale o reattiva) ha il potere di guidare l’insieme.

Dalla teoria di Darwin ne è nata una citazione: “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.”

Essere flessibili, però, non significa rinunciare alla propria identità o cedere sul proprio valore. Significa piuttosto avere la capacità di comunicare in modi diversi, per raggiungere persone diverse.

Nel business, come nella vita, cresciamo affrontando problemi sempre nuovi. Questo principio di flessibilità ci ricorda che più modi abbiamo di intervenire su una stessa situazione, maggiori sono le probabilità di avere successo. 

Applicandola impariamo a:

  • raggiungere i nostri obiettivi con le risorse che abbiamo, usando modalità diverse;

  • trovare soluzioni creative;

  • influenzare positivamente le persone e le situazioni.

La flessibilità è potere. È la chiave che trasforma le barriere in possibilità, i limiti in nuove soluzioni.

Sul campo da basket, nel 2019, ho deciso di provare il basket in carrozzina. Sì, anche le persone normodotate possono giocare a basket in carrozzina. Sì, il canestro è alto uguale!
All’inizio è stato destabilizzante: in un contesto completamente diverso, i movimenti che prima funzionavano ora sono inutili. Mi sono ritrovata senza forza e senza coordinazione. Insomma, ho ritrovato la piccola Sonia che al suo primo allenamento di minibasket non è riuscita a far arrivare la palla al canestro. Ho quindi dovuto allenare un nuovo approccio per ottenere dei risultati. Il basket in carrozzina mi insegna a ricalibrare continuamente il mio modo di muovermi e a sperimentare.

Questa esperienza è una metafora per la vita. La carrozzina diventa il simbolo di tutte quelle condizioni esterne che possono sembrare limitanti, ma che in realtà aprono la porta a nuove prospettive. Quando sei sulla carrozzina la domanda da farsi non è: "Cosa non posso fare?" ma "Quale nuova abilità posso sviluppare in questo contesto?".
La mente si espande e si potenzia. Nel basket in carrozzina scopro muscoli che non usavo, vedo cose dentro e fuori dal campo che prima non vedevo o ignoravo, imparo nuove strategie individuali e di squadra.

La PNL ci invita a vedere i limiti come opportunità di allenamento mentale e a uscire dalla zona di comfort. Essere flessibili significa evitare di fissarsi su un unico modo di affrontare una sfida ma avere il coraggio di cambiare. Non si tratta di negare le difficoltà, ma di imparare a muoverti dentro di esse fino a superarle. I veri limiti non sono esterni, sono nel mondo in cui scegliamo di percepirli e interpretarli. 

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Carmen Consoli, la cantantessa.

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LE MEDAGLIE SI VINCONO IN ALLENAMENTO, SI VA IN GARA SOLO PER RITIRARLE.